Festeggiamo l’arrivo della primavera con un appuntamento che ci vedrร in presenza dal 21 al 23 marzo a Rovereto (TN) presso i locali dell’Accademia di comunitร La Foresta di Rovereto. Protagonisti del workshop saranno il cardigan Deco di Kate Davies e le opere futuriste di Fortunanto Depero.
Deco, รจ un cardigan ispirato dallโarchitettura futurista, in particolare, al Paramount Building di New York City. Davies immaginava lโedificio capovolto e โtradottoโ in un cardigan con una sagomatura al punto vita; guardando la griglia nellโatrio dello Squibb Building di Ely Kahn vedeva bene esattamente cosa aveva in mente.
Dalle pagine del suo blog: โQuando ho iniziato a disegnare questo cardigan, avevo in mente gli edifici. Adoro i graziosi arretramenti che caratterizzano i grattacieli Art Dรฉco e moderni di New York e ho pensato che un elemento architettonico simile sarebbe stato perfetto, se capovolto, come sagoma del punto vita di un maglione. Questa griglia metallica dell’atrio dell’edificio Squibb di Ely Kahn suggerisce il genere di cose a cui stavo pensandoโ.
Qualche mese dopo, sempre nelle pagine del suo blog Kate Davies cita Fortunato Depero e in particolare una sua illustrazione per American Vogue Magazine 1930.
โFinalmente!ย Ho pubblicato Deco!ย ร chiaro che sono in ritardo sui tempi in piรน di un senso: sembra che i futuristi abbiano avuto l’idea di specchiare i grattacieli sugli abiti molto prima di meโ.
Quindi quale ambientazione migliore di Rovereto avremmo potuto scegliere? Come ormai di consueto per i nostri appuntamenti di Knitting e Arte, introdurremo il workshop con una visita museale guidata presso La Casa d’Arte Futurista Depero .
PROGRAMMA
21/03 ore 15,30 ritrovo a Rovereto presso Casa Depero ore 15,45/17 visita guidata a Casa Depero oreย 18 aperitivo presso La Foresta, chiacchiere e knitting libero sino allโora di cena
Prezzo: 60 โฌ per chi arriva venerdรฌ pomeriggio. L’iscrizione include il workshop di 9 ore, lโingresso al museo con la visita guidata, il pattern del modello, aperitivo del venerdรฌ e pranzo del sabato, quota associativa per l’accesso all’Accademia di comunitร La Foresta (per chi รจ giร associato a La Foresta il costo sarร di 55โฌ).*
50โฌ per chi arriva sabato mattina. L’iscrizione include il workshop, il pattern, il pranzo del sabato, la quota associativa per l’accesso all’Accademia di comunitร La Foresta (per chi รจ giร associato a La Foresta il costo sarร di 45โฌ).*
Successivamente all’iscrizione verranno date maggiori informazioni sul filato e sul necessario per lavorare.
*Importante: il workshop รจ riservato esclusivamente alle socie e ai soci dell’associazione Knitivktim. Non hai ancora effettuato l’iscrizione? iscriviti qui
Care amiche, cari amici, abbiamo avuto notizia di una persona che sta contattando coloro che hanno partecipato a Knit Italia 24 per organizzare nei prossimi mesi del 2025 un โfestival della maglia โ a Padova. Vogliamo chiarire che lโassociazione Knitviktim non รจ coinvolta in questa manifestazione. Come giร deciso in precedenza, il prossimo appuntamento con Knit Italia sarร nel 2026 .
Prima di allora abbiamo in serbo per voi altri appuntamenti, on line e in presenza.
โKnit One Knit Allโ, รฉ un libro di progetti di Elizabeth Zimmerman, edito dal suo nipote, Cully Swansen, e curato da sua figlia, Meg Swansen, pubblicato nel 2011.
Punto legaccio, il punto geometricamente perfetto
Il libro รจ una collezione di modelli inediti della Zimmermann, tutti a punto legaccio.
Sono rimasta affascinata giร dal sottotitolo: Elizabeth Zimmermann’s Garter Stitch Designs. (I capi in punto legaccio di Elizabeth Zimmermann)
Avendo letto molti dei libri di EZ sapevo quanto amasse il punto legaccio! Lo definiva โeleganteโ e notava che le sue โrighe ondulateโ possono essere disposte sia in orizzontale che in verticale, originando modelli insoliti. Scrisse: “I like to think that the very first knitter, doodling with sticks and sinews at the sunny entrance to his cave, or peering at his knitting by the flickering firelight, doodled with, or peered at, Garter stitch; the bread and cheese of knitting, the basic stitch – surely the prototype.” (โMi piace pensare che lโinventore del lavoro a maglia, che giocava con bastoncini e fibra sulla soglia assolata della sua caverna, o che rimirava il suo lavoro vicino al fuoco scoppiettante, guardasse un lavoro a punto legaccio, il pane quotidiano della maglia, il punto base โ sicuramente il prototipo.โ)
Trovo interessante anche lโintroduzione al libro Knit One, Knit All, dove leggiamo: “Lโidea di questo libro veniva da EZ stessaโ, e continua โdurante la preparazione del suo secondo libro, la Zimmerman scrisse al suo editore proponendo un libro sul punto legaccioโฆ Molti editori che contattรฒ perรฒ risposero che un libro concentrato su un solo punto non era ben vendibileโฆ Nel febbraio 1977, cercando di convincere un editore, EZ scrisse ‘It [the book] could point out that Garterstitch [sic] is the easiest of all stitches, thus suited pre-eminently to the beginning knitter, but also that the designs are original with me, and quite unusual, and contain sufficient structural novelty to make them appealing to the experienced and adventurous knitter.” (“Il libro potrebbe dimostrare che il punto legaccio [sic] รจ il piรน facile dei punti, e quindi il piรน indicato per il principiante, ma anche i modelli originali che sono miei e insoliti con un contenuto di novitร nella struttura tanto da renderli interessanti anche alle mani esperte e desiderose di sfide.”)
L’introduzione continua, affermando che EZ stimolava la creativitร individuale e che i suoi modelli in genere abbozzavano la costruzione del progetto lasciando allโesecutore la libertร di sperimentare senza paura di rompere le regole durante il lavoro. Questa filosofia, rivoluzionaria per quei tempi, รฉ uno dei motivi principali per i quali ancora si parla di Elizabeth Zimmermann.
Quando pensiamo alla lavorazione di una maglia “top-down”, il primo nome che ci viene in mente รจ quello di Barbara G. Walker, autrice del libro Knitting from the Top, pubblicato nel 1972 da Charles Scribner & Sons, NY. Dopo la Walker ci sono stati altri che hanno seguito il suo esempio e che hanno scritto altri libri sull’argomento.
La Walker – come Elizabeth Zimmermann – era una voce fuori dal coro. Nell’introduzione al suo libro, la Walker scrive: “”La maggior parte dei capi a maglia รจ disegnata per essere lavorata dal bordo inferiore fino al collo o punta vita. Esiste una scuola di pensiero, la quale sostiene che lavorare un capo nell’altra direzione sia molto piรน difficile. Questa idea non รจ di chi lavora a maglia ma di chi scrive le istruzioni per la lavorazione a maglia – forse perchรฉ secondo il sistema “knit-by-numbers”, cosรฌ alla moda oggi, รจ piรน difficile scrivere le istruzioni per un capo lavorato dal bordo superiore verso quello inferiore.” (NdT – traduzione mia personale) (Knitting from the Top, p.9)
La Walker continua, dicendo che il metodo basato sui “numeri” (i.e. misure varie standardizzate) non rientra nel suo modo di pensare e che nonostante il pensiero popolare, lei trova che lavorare dal bordo superiore verso quello inferiore sia il migliore modo per ottimizzare il rapporto tra il capo e il corpo che lo porta.
Ci parla della facilitร con cui ci si possa assicurare che un capo calzi a pennello perchรฉ puรฒ essere provato in qualsiasi momento – essendo lavorato dal collo in giรน – per controllare qualsiasi misura, compresa la lunghezza.
Ma non dovevamo parlare di Elizabeth Zimmermann?? La nostra EZ giร nel 1970, quindi due anni prima che la Walker pubblicasse il suo libro, aveva contemplato una maglia lavorata dal collo verso il bordo inferiore. Infatti, proprio in quellโanno ha deciso di condividere questa idea con i lettori della sua newsletter Wool Gathering (Numero 2).
Il titolo dell’articolo nella newsletter รจ “Circular Sweater from the Neck Down” (Maglia lavorato in circolare dal collo in giรน).
L’incipit di Elizabeth non lascia dubbi sulla sua preferenza per il metodo โbottom upโ, ossia dal bordo inferiore verso il collo, ma per rispondere alle “piรน che occasionali implorazioni pietose” dei suoi lettori, mette da parte le sue riserve per trattare lโargomento della lavorazione โtop downโ, ossia dal bordo superiore verso il bordo inferiore. Continua poi con un elenco dei problemi che lei trova con questo metodo e le sue soluzioni a questi problemi. Vi riporto solo il numero 3 che io trovo sia quella piรน zimmermanniana e la piรน divertente:
โN. 3 iniziare con poche maglie per finire con tantissime, nonchรจ la lavorazione interminabile del corpo e delle maniche, cosa che io trovo psicologicamente scoraggiante.
Soluzione per il n. 3 โNon c’รจ soluzione. Se voi siete contenti di farlo, perchรฉ mai dovrebbe dare fastidio a me?โ
Spun-out, no. 2 (Ristampa del Wool Gathering #2, 1970) (NdT: Traduzione mia personale)
Conclude dicendo che le energie che ha speso per spiegare i problemi e arrivare alle relative soluzioni, non sono nulla paragonate alle difficoltร di invertire il suo solito modo per fare le maglie.
E qui inizia il bello.ย ย Non so se questo sia stato un momento clou per il sistema EPS – Elizabeth’s Percentage System (giร accennato nel Fair Isle Yoke Sweater della sua primissima newsletter del 1958), ma ho fatto un piccolo studio bibliografico e ho notato che nel suo primo libroย Knitting without Tears (pubblicato nel 1971), Elizabeth parla di percentuali nella costruzione della maglia, ma non parla di โElizabethโs Percentage Systemโ. Oso a pensare che il sistema EPS system sia statoย maturato piano piano e che Elizabeth l’abbia migliorato con ogni capo che ha creato; fatto sta che giร qui, nel 1970, non solo parla di una costruzione top-down, ma anche di una costruzione basata non sui “numeri” cosรฌ odiati dalla Walker, ma su UN NUMERO CHIAVE che lei denomina “K” e su dei percentuali dello stesso. “K” รจ il numero di maglie necessario per ottenere la circonferenza desiderata della maglia, misurata all’altezza delle ascelle. Tutte le altre misure sono percentuali di “K” con l’eccezione delle lunghezze del corpo e delle maniche. Se lo capovolgessimo, sembrerebbe una primaย bozzaย di quel sistema di percentuali che, oggi conosciamo come l’EPS!
Ed ecco la storia di EZ e il metodo Top-Down!
Photo credit: Schoolhouse Press Spun out #7 ” Circular Sweater from the Top Down
In genere, quando pensiamo ad Elizabeth Zimmermann, la associamo o alla giacca BSJ (Baby Surprise Jacket) o al sistema EPS (Elizabethโs Percentage System). La BSJ รจ diventata unโicona rappresentativa dellโapproccio di EZ, pur non essendo tra i primi capi ad essere stati creati; lโEPS, invece, รจ diventato per tanti la base per la creazione di capi su misura lavorati bottom-up o top-down.
Esistono perรฒ altre tecniche unvented da EZ, forse meno conosciute ma non per questo meno geniali. Tra queste troviamo il principio Rorschach, del quale mi appresto a parlarvi in questo articolo.
In Spun Out n. 17 (ristampa di Wool Gathering #7 โ 1972), Elizabeth scrive:
โI have a vintage design โฆ which I call my RIBWARMER. It is made on the principle of the Rorschach โ not circular, not back and front, but Right and Left.
โHo un design vintage โฆ che chiamo il mio โscaldacostoleโ. ร lavorato seguendo il principio Rorschach โ non circolare, non davanti e dietro, ma Destra e Sinistra.โ (NdT: traduzione mia personale)
Il Ribwarmer e il Butterfly vest, presentati per la prima volta nel 1956 nella rivista McCallโs Needlework and Crafts โ furono i primi capi che Elizabeth Zimmermann disegnรฒ seguendo il principio Rorschach, detto anche โa costruzione speculareโ.
Nei thriller e nei polizieschi sarร capitato a tutti di vedere un criminale sottoposto al test di Rorschach: si tratta di un test psicologico usato per le indagini della personalitร , basato su macchie di inchiostro simmetriche e casuali che possono ricordare oggetti, persone o animali. Il test prende il suo nome dal suo creatore Hermann Rorschach, che pubblicรฒ le sue ricerche nel 1922. Il suo metodo รจ diventato molto conosciuto negli anni 30 dello scorso secolo. Essendo nata nel 1910, รจ probabile che Elizabeth โ da ragazzina vispa e curiosa qual era – fu particolarmente colpita da Rorschach e dalle sue tavole speculari. Non mi sorprende che sia riuscita a trasferire questa simmetria nei suoi capi non solo usando la maglia ma adoperando anche il suo punto preferito: il punto legaccio.
I capi Rorsach, in pratica, sono lavorati da lato a lato, su due pezzi speculari. Bisogna dire che di recente il pensiero Zimmermanniano tende verso una costruzione interamente senza cuciture: ad oggi, infatti, i modelli per il Ribwarmer e il Butterfly vest presentano la costruzione del capo in un unico pezzo. Tuttavia, la specularitร della costruzione rimane ed รจ ancora evidente. Personalmente, per quanto riguarda il Ribwarmer e il Butterfly vest, preferisco la cucitura al centro del dietro โ Knitterโs Choice!
Diversi anni dopo, nel 1978, ย EZ perfezionรฒ questa costruzione ย con la creazione del Rorschach Sweater presentato in Wool Gathering # 19. Nella sua descrizione del capo, ci scrive:ย
โFor some years I have been gnawing on the problem of the RORSCHACH (for Right-and-Left, as opposed to the Front-and-Back) sweater, like the RIBWARMER โฆ I could never achieve an organic neckline to suit myself, but now โฆ I think I have it licked. So โ THE RORSCHACH SWEATER is made in halves, Left and Right, in garter stitch.โ
โDa diversi anni, cerco di risolvere il problema della maglia RORSCHACH (ovvero costruita con un approccio Destra-e-Sinistra, invece di โDavanti-e Dietroโ) come il RIBWARMER โฆ non sono mai riuscita a creare uno scollo che mi convinceva, ma adesso penso di esserci riuscita. Quindi โ IL RORSCHACH SWEATER รจ lavorato in maglia a legaccio, in due metร (Sinistra e Destra.)โ (NdT: traduzione mia personale)
La specularitร del Rorschach Sweater รจ totale ed รจ l’apoteosi del principio di Rorschach applicato alla maglia. Non solo sono speculari le due metร della maglia, ma ogni metร contiene una simmetria al suo interno, se le guardiamo dalla prospettive di una immaginaria cucitura che parte dal centro del sottobraccio che arriva fino all’orlo inferiore.
Altri pattern EZ che possono essere messi nella categoria โRorschachโ sono:
il 2-Piece Baby Jacket pubblicato in Knit One Knit All. Questo capo รจ una valida alternativa al suo cugino piรน famoso, la BSJ. ร lavorato in due metร che poi sono uniti al centro del dietro. Per completarlo, si chiude la manica/spalla con un i-cord bind-off e si rifiniscono i bordi con un i-cord applicato.
lo Zig-Zag Jacket, pubblicato in Knit One Knit All. ร una giacca ampia da portare aperta, lavorata in due metร speculari e identiche che sono unite con un bordo in maglia a legaccio.
I Mystery Mittens che trovate nel libro Knitting Around. Sono delle muffole molto particolari, lavorati in un pezzo unico ma secono il principio della specularitร . Questo progetto รจ un esercizio di sagomatura in maglia a legaccio molto divertente.
Meg suggerisce che anche il Suspender Sweater, che trovate in Knit One Knit All, possa essere incluso con i capi Rorschach. In questo caso la specularitร รจ verticale ed รจ accentuata dai cambi di colori.
Io aggiungerei anche il Round-the-Bend Jacket disegnato da Meg Swansen e pubblicato nel libro Handknitting with Meg Swansen. Questa giacca รจ lavorata in due metร identiche e speculari, con uno spacco sul dietro. La particolaritร di questo capo รจ che non ha nessuna cucitura perchรฉ le due metร sono unite sul dietro con una chiusura i-cord a tre ferri โunventedโ da Meg.
Abbiamo raggiunto la fine di questo piccolo excursus sul principio Rorschach applicato alla maglia da Elizabeth Zimmermann. Magari la prossima volta che vi capita di vedere una Tavola Rorschach, penserai a Elizabeth Zimmermann!
Qualcuno di voi mi ha chiesto della canzone che a volte accompagna i video promo di KN.IT il festival della maglia presentato e sponsorizzato da KnitViktim ETS.
Antonio O. Mansi (aka mio figlio) รจ la mente dietro i nostri video promo. L’anno scorso quando abbiamo cominciato a pubblicizzare il Raduno con Meg Swansen, mi ha proposto “The Knitting Song” – (c) Parlophone 1964 – come colonna sonora del video. L’aveva trovato, suppongo, facendo una ricerca per canzoni che trattano la maglia (!!!). Mi รจ piaciuta subito! Scritta da Billy Oddie negli anni sessanta, ha il tipico beat e sound di quell’epoca: molto up, molto rock ‘n roll, molto KNIT!
Facendo un po’ di ricerca, ho trovato un blog post del 2014 (e anche tanti altri blog post che citano questa canzone.. una sorta di canzone cult per”hard knitter” ). Il blog si chiama “Just call me Ruby” e racconta le avventura knit dell’autrice Susan Crawford Susan Crawford si รจ specializzata in knit vintage e mentre rovistava in una scatola di vecchi modelli knit, ha trovato il modello per “The Billie Oddie Sweater”. Praticamente Billie Oddie era un cantante del Regno Unito molto ironico. Oggi si occupa di ecologia!
Tornando al modello, alla fine c’รจ scritto “For further instructions please listen to ‘The Knitting Song’ (Parlophone R5346)” Traduzione: Per ulteriori istruzioni. vi preghiamo di ascoltare “The Knitting Song” (Parlophone R5346.
Che ci credete o meno, io non ho mai fatto un Pi Shawl!! Io e il pizzo non andiamo molto d’accordo! E allora visto che l’estate รจ quasi arrivato e si comincia a pensare alle ferie e cosa portar via sui ferri, ho deciso di mettermi alla prova …
e quindi ho aperto Knitterโs Almanac al mese di luglio (perfetto, visto che parto per le ferie proprio a luglio) e comincio a leggere
“Inizi a intravedere la ben conosciuta teoria geometrica che governa quello che stai facendo? โฆ Stiamo parlando di Pi greco. La geometria del cerchio รจ imperniata sul rapporto misterioso tra la circonferenza di un cerchio e il suo raggio. Un cerchio raddoppierร la propria circonferenza allโinfinito, oppure come direbbe chi lavora a maglia, la distanza tra i giri di aumenti, in cui si raddoppia il numero di maglie, รจ di 3, 6, 12, 24, 48, 96 giri e cosรฌ viaโฆโ
EZ, Knitter’s Almanac, p.73
Eโ cosรฌ che EZ spiega la teoria dietro il suo Pi Shawl.
Ma forse un Pi Shawl sarebbe troppo come primo tentativo.. ma…potrei fare un 1/2 Pi Shawl. Credo che per fare un 1/2 Pi Shawl, non faccio altro che sostituire i giri in tondo con ferri avanti e indietro, applicando la stessa formula. Quindi un 1/2 Pi Shawl, ma non uno qualsiasi! Voglio fare l’EZ 100th Anniversary Camping Half Pi Shawl di Mwaa Knit, creato per il centesimo anniversario della nascita di Elizabeth Zimmermann.
Il tema del Camping shawl รจ tratto dalle meravigliose avventure in campeggio che EZ descrive nei suoi libri e “digressioni”. Cito Mwaa Knit
“… la mia preferita in assoluta รจ la storia di quando Elizabeth, “il Vecchio”, e il gatto KLINE sono andati in campeggio su una isola remota nel nord del Canada alla fine di Settembre 1971″
Mwaa Knit ha scelto i seguenti punti di pizzo per questo scialle:
Paw Prints (un adattamento di un punto nel libro The Haapsalu Shawl p. 131), per ricordare il gatto KLINE.
Slanting Twigs (p. 119), che rappresenta una passeggiata nella foresta con il sole che filtra attraverso le foglie degli alberi.
Willow Leaves (p.), per celebrare tutto quello che รจ verde e viva.
Waves and Droplets (nome data a Mwaa Knitting al bordo), ispirato da TiaJudyโs scalloped edging che rappresenta l’acqua di un fiume o fiume che lambisce la sabbia e le pietre.
EZ ha creato un cospicuo numero di design di capi per bambini, iniziando con il Tomten, per il suo primo figlio, e poi il Baby Surprise Jacket per festeggiare la nascita del suo primo nipote, Cully.
Molti di questi capi per bambini sono lavorati in punto legaccio, il preferito di Elizabeth Zimmermann. Lo definiva โeleganteโ e notava che le sue โrighe ondulateโ possono essere disposte sia in orizzontale che in verticale, dando origine a modelli insoliti.
Elizabeth fa spesso riferimento al punto legaccio, alludendo alla sua perfezione geometrica e alla sua eleganza. Piรน di una volta nei suoi scritti ha dichiarato di voler scrivere un libro interamente dedicato a questo punto dato che lo trovava cosรฌ affascinante.
Dopo il successo del workshop online dedicato al primo capo per bambini disegnato da Elizabeth Zimmermann, il Tomten, e dopo tante richieste negli anni da quando ho aperto il gruppo Facebook โElizabeth Zimmermann allโItalianaโ, ho deciso di presentare un workshop sulla Baby Surprise Jacket, il design piรน conosciuto di Elizabeth Zimmermann.
Il Baby Surprise Jacket โ BSJ – รจ diventato quasi legenda da quando รจ stato concepito piรน di 45 anni fa, nel 1968. Nel libro The Opinionated Knitter, Meg Swansen scrive (p. 104):
Elizabeth e suo marito โGafferโ (soprannome) erano in vacanza in Europa. Arrivati in Germania e in attesa del primo nipote che sarebbe nato a novembre, Elizabeth comprรฒ un modello per una classica cuffia da bambino in punto legaccio; tramite una serie di doppie diminuzioni, il cappellino finiva in una punta nel mezzo della fronte. Dopo aver lavorato alcuni centimetri, Elizabeth perse le istruzioni e, dopo aver cercato di continuare senza, si stancรฒ e lo buttรฒ in un angolo. La mattina dopo, quando andรฒ a prenderlo, il modo in cui era caduto sul tavolo dava lโidea della manica di una giacca per bambino. Con quellโimmagine in mente, Elizabeth continuรฒ a lavorare*.
Meg Swansen
Nella โNewsletter and leafletโ n. 21 nellโautunno del 1968, EZ presentava cosรฌ il capo al suo pubblico per la prima volta:
Cara Knitter,
io la chiamo โSurprise Jacketโ (Giacca a sorpresa) perchรฉ quando finirai di lavorarci su, vedrai che non assomiglierร a nulla di esistente su questa terra. Ma una volta che ci fai due cuciture, vedrai subito comparire una giacchettina, la piรน bella che mai avessi desiderato. Reversibile, senza cuciture ai lati o al giro manica, che potrebbero compromettere la portabilitร o renderla scomoda da indossare; in piรน per farla non devi mai rompere il filato o fare giunti. Lavorato in un filato sottile con una tensione di 6 maglie in 2.5 cm, รจ il regalo perfetto per un neonato, perchรฉ โcrescerร โ con il bambino. Inoltre, se segui le stesse istruzioni ma con un filato che da una tensione di 5 maglie in 2.5 cm, otterrai la taglia giusta per un bambino di 1 anno o piรน*.
Elizabeth Zimmermann โ The Opinionated Knitter, p. 102
La nostra Elizabeth concludeva la sua newsletter annunciando che la notizia piรน bella era che stava per diventare nonna (ecco il perchรฉ dellโinvenzione di questo modello) e che da ora in poi avrebbe disegnato piรน capi da bambino โฆ in taglie crescenti.
La BSJ รจ stata subito un successo e dal 1968 ad oggi sono state aggiunte la ASJ (Adult Surprise Jacket) e una versione per ragazzi. Ma lasciamo questi ultimi design per unโaltra volta!
*NdT Le traduzioni sono mie e non possono essere nรฉ riprodotte nรฉ distribuite. Donna L. Mansi
Per i soci KnitViktim che volessero avvicinarsi a questo progetto, รจ disponibile gratuitamente un gruppo Facebook privato dedicato alla Presentazione della BSJ
Il primo libro scritto da Elizabeth Zimmermann, Knitting without Tears, uscรฌ nel 1971. Questa pubblicazione ha letteralmente rivoluzionato il modo in cui le donne statunitensi intendono la maglia. La reazione al libro negli Stati Uniti fu incredibile.
Elizabeth Zimmermann ricevette tantissime lettere in cui le sue lettrici la ringraziavano per โaver liberato” la figura della โknitterโ dagli schemi pedanti e macchinosi tipici dei modelli knit che a quel tempo erano disponibili in riviste e pubblicazioni dei produttori di filati. Questo libro contiene ventiquattro modelli, inclusi quelli piรน iconici come il Tomten, il maglione Fair Isle con lo sprone tondo e altri. EZ avrebbe voluto intitolare questo libro The Opinionated Knitter, ma la casa editrice non fu dโaccordo. Le prime 54 pagine sono dedicate ai suoi consigli da โopinionated knitterโ sul filato, i ferri, le tecniche da utilizzare, gauge/tensione di lavoro, ecc. e vanno a costituire un vero vademecum per la โknitter Zimmermanianaโ. I modelli sono spiegati per una sola taglia, ma contengono suggerimenti su come crearne di altre in base al gauge e alle percentuali. In questo libro, infatti, si possono scorgere le origini di quello che diventerร lโEPS (Elizabethโs Percentage System), ovvero un sistema per creare capi adattati su misura. Siccome lo stile di scrittura รจ discorsivo, per apprezzare pienamente il libro รจ necessaria una buona comprensione dellโinglese scritto.
Il secondo libro scritto dalla Zimmermann รจ The Knitter’s Almanac, pubblicato nel 1974. Si tratta di un almanacco, nel vero senso della parola. Il libro presenta 12 capitoli in cui vengono presentanti 12 progetti, uno per ogni mese dellโanno (per alcuni mesi, il progetto รจ presentato in diverse versioni).
Sicuramente non รจ un libro per chi ha soltanto una conoscenza scolastica dellโinglese. In queste pagine, Elizabeth ci racconta i suoi progetti in uno stile narrativo molto divertente. Luglio รจ uno dei miei mesi preferiti del libro: parla di viaggi, di maglia, di campeggi lungo il Mississippi. E alla fine di ogni capitolo troviamo le โpithy directionsโ (istruzioni concise) per il capo presentato da Elizabeth. Piรน che modelli, sono ricette di facile comprensione per una โknitterโ con un poโ di esperienza con i capi di Elizabeth Zimmermann.
Il terzo libro di Elizabeth Zimmermann รจ Knitting Workshop, uscito nel 1981, poi revisionato da Meg Swansen e suo figlio Cully e pubblicato in una nuova edizione nel 2013. La prima edizione costa molto di meno, ma la seconda edizione ha moltissime note che “aggiornano” i modelli.
Elizabeth Zimmermann scrisse Knitting Workshop come libro di accompagnamento ad unโomonima serie televisiva (la sua seconda) in cui presentava i suoi capi. ร un vero e proprio manuale per โknitterโ: parte dai primi passi fondamentali per arrivare fino alle Master Class. ร di facile comprensione e contiene il cuore della filosofia Zimmermaniana.
Il quarto libro di EZ รจ Knitting Around, or, Knitting without a License, pubblicato nel 1989: รจ il mio preferito. Questo libro, similmente a The Knitterโs Almanac รจ scritto come se fosse un diario personale in cui Elizabeth si racconta attraverso le sue โdigressionsโ: esso finisce per costituire una sorta di diario di memorie per i suoi figli e nipoti.
Queste digressioni si alternano a diversi modelli, alcuni โstoriciโ e altri rivisitati o inediti. Il libro contiene moltissimi dei suoi modelli piรน conosciuti, incluso il famoso maglioncino Fair Isle con sprone tondo, lavorato bottom-up senza cucitura, che ha segnato un punto di svolta nella carriera della Zimmermann. Ad esclusione dei modelli, anche per questo libro รจ richiesto un buon livello di comprensione dellโinglese scritto. Secondo me รจ un must per qualsiasi โknitterโ che intende seguire le orme di EZ. ร importante notare che molti dei modelli di EZ sono piuttosto intuitivi e una volta che si capisce la costruzione del capo, diventa semplice seguire le istruzioni anche per chi non ha unโottima conoscenza dellโinglese. Knitting Around รจ lโultimo libro che Elizabeth ha pubblicato prima della sua morte, nel 1999. Tuttavia ci sono altri tre libri che vanno inclusi nella sua bibliografia: uno scritto da Meg Swansen e due scritti da Cully Swansen. Tutti e tre sono incentrati su EZ e sui suoi modelli piรน iconici. Dopo la morte di Elizabeth Zimmermann, la sua famiglia ricevette tantissime lettere in cui le โknitterโ che conoscevano Elizabeth personalmente o solo attraverso le sue newsletter e i suoi libri, oltre a dare le condoglianze alla famiglia, raccontavano di come la loro beniamina aveva cambiato le loro vite, e cambiato il modo in cui lavoravano a maglia. Infatti, EZ era solita stabilire un contatto stretto con loro: aveva lโabitudine di rispondere personalmente alle domande e alle lettere dalle sue โknitterโ. E dopo la sua morte, una di queste, Joan Debolt, trovรฒ una lettera ricevuta da EZ in cui si leggeva:
Nessun terzo libro รจ previsto allโorizzonte. Ma se un giorno i miei eredi e legatari vorranno raccogliere una selezione tra i numeri di Wool Gathering ai fini di una pubblicazione, avranno la mia benedizione. Il nuovo numero per il mese prossimo tratta i maglioni Fair Isle. Che divertimento. Good Knitting (buon lavoro a maglia). Elizabeth
La raccolta auspicata da EZ in questa lettera venne pubblicata nel 2005 con il titolo The Opinionated Knitter. Elizabeth Zimmermann era affezionata a questa dicitura poichรฉ era lโappellativo con cui si definiva.
Come accennato sopra, questo รจ il titolo che EZ avrebbe voluto dare al suo primo libro, ma la casa editrice Scribnerโs rifiutรฒ il titolo e scelse Knitting without Tears. Nell’introduzione al libro in questione, Meg spiega di aver colto questโopportunitร per accontentare il desiderio di sua madre. In questo libro, Meg Swansen ripropone e commenta le newsletter originali di Elizabeth (alcune presentano degli aggiornamenti). Le newsletter sono scritte nello stile narrativo caro a Elizabeth e quindi richiedono un buon livello di comprensione dellโinglese scritto. Invece, le note e gli aggiornamenti di Meg sono di facile fruizione anche per chi ha un livello medio/buono di inglese.
Nel 2011, Cully Swansen, figlio di Meg e nipote di Elizabeth, pubblica Knit One Knit All. Se The Opinionated Knitter รจ lโespressione di un desiderio dei suoi eredi, Knit One Knit All rappresenta invece il libro sul punto legaccio che la Zimmermann avrebbe sempre voluto scrivere: purtroppo non riuscรฌ mai a farlo poichรฉ non trovava una casa editrice disposta a pubblicarlo.
Il punto legaccio era il preferito di Elizabeth Zimmermann. Lo definiva โeleganteโ e notava che le sue โrighe ondulateโ disposte in orizzontale o in verticale potevano dare origine a modelli insoliti. Nei suoi scritti, EZ fa spesso riferimento al punto legaccio. Ne citeremo una sola, che puรฒ valere anche per tutte le altre:
Un giorno penso che scriverรฒ un libro intero sul punto legaccio; รจ cosรฌ facile e versatile, e dร molta soddisfazione quando usato per progettare un modello. Se gestito correttamente, il numero di maglie in un pollice risulta essere esattamente lo stesso numero di creste in un pollice, o due volte il numero di ferri
Spun Out #32
Molti dei modelli nel libro sono stati ripresi dai vecchi numeri di Wool Gathering e sono stati rivisitati per lโoccasione, mentre altri sono inediti e sviluppati da Cully in basi a idee e appunti trovati nellโarchivio di EZ. La stesura dei modelli in questo libro รจ piรน simile a quella che troviamo nelle moderne riviste di maglia. Sviluppati in piรน taglie, questi modelli facilitano le cose per chi porta le taglie piรน comuni. Elizabeth avrebbe detto che questo libro รจ stato scritto per i cosiddetti “blind followers”! Secondo me, dal punto di vista della lingua,ย รจ accessibile a chi ha una conoscenza media/buona dellโinglese.
Lโultimo libro che vorrei citare รจ The Complete Surprise, ideato e pubblicato da Cully Swansen nel 2016. Partendo dal modello piรน iconico di sua nonna, The Baby Surprise Jacket, Cully scrive una โguida Surpriseโ completa allโABCSJ (Adult, baby, child surprise jacket) per tutti, dal principiante al esperto. Oltre alle classiche giacche, Cully include nella raccolta anche la sua versione personale โstrandedโ (lavorati a due colori), una sciarpa che รจ lavorata usando tutte le tecniche necessarie per fare un BSJ, e anche tre nuovi modelli surprise: il Surprise Dress, il Surprise Bolero, e il Surprise Snuggle Suit, senza dimenticare i classici Surprise Booties e il Surprise Bonnet di EZ.
Per quanto riguarda la lingua, il libro รจ accessibile a chi ha una conoscenza media/buona dellโinglese.Anche per questo libro, molti dei modelli di EZ sono piuttosto intuitivi e una volta che si capisce la costruzione del capo, diventa semplice seguire le istruzioni anche per chi non ha unโottima conoscenza dellโinglese.
Avendo letto di questo suo primo modello, era naturale che cercassi di procurarmi una copia della rivista! Non ci sono riuscita… ma… girando in rete ho saputo che la Seattle Public Library (Seattle, Washington, USA) ha una copia della rivista nella loro collezione.
Qui una piccola parentesi: ho sempre avuto un rispetto grandissimo per i bibliotecari. Sin da piccola sono stata frequentatrice assidua delle biblioteche pubbliche. L’estate tra la seconda e la terza elementare, mia madre ha deciso che ero grande abbastanza da prendere la mia bicicletta il sabato pomeriggio e andare biblioteca โ da sola! Sono stati i pomeriggi piรน belli della mia infanzia. Avrรฒ fatto impazzire le signore bibliotecarie alla Florissant Public Library, ma mi hanno sempre aiutato con tanta pazienza a trovare i libri che cercavo.
Finita la parentesi: chiaramente, non ho avuto remore a scrivere alla Biblioteca per chiedere se gentilmente mi potessero far avere una copia dell’articolo. Desiderio che fu subito esaudito, con lโarrivo dellโarticolo. La lettura era affascinante. EZ, nel suo stile inimitabile, ha raccontato il suo rapporto conflittuale con i maglioni “norvegesi”.
Titolo dell’articolo: Norwegian Sweaters – the easy way. By Elizabeth Zimmermann.
Ecco l’incipit:
โPer tutta la mia vita, mi ero determinata di non fare โ in nessuna forma o sembianza – un maglione da sci norvegese e avevo, secondo me, quattro motivi eccellenti per non farlo: uno โ odio lavorare a rovescio; due โ odio torcere i filati insieme con ogni cambio di colore; tre โ odio chart complicate e il dover tradurre in colori, punti, asterischi e scarabocchi vari; quattro โ il peggiore tra tutti, odio il processo interminabile di lasciare un colore per prenderne un altro ogni volta che il modello me lo comanda โ a volte ogni seconda maglia. Ma i miei figli erano ugualmente determinati ad avere un maglione da sci! Quindi mi sono scervellata e ho battuto tutti e quattro le difficoltร , sviluppando un capo norvegese che รจ diventato lโinvidia di tutti i compagni della prima media di mia figlia; e ora produco tali maglioni in ogni taglia per i miei figli in crescita.โ.
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A questo punto, EZย spiega punto per punto come ha risolto i quattroย dubbi che la fermavano davanti al maglione norvegese perchรฉ,ย anche se lei non voleva fare quei maglioni, i suoi figli li volevano portare a tutti costi!
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Primo punto: come evitare di dover lavorare a rovescio? Lavorare in tondo usando dei ferri circolari – uno piรน lungo per il corpo e uno piรน corto per le maniche – per creare un tubo che diventerร il corpo del maglione. E qui spende qualche parola anche sullo “steeking” ossia, tagliare il tubo che hai lavorato per inserire le maniche.
Secondo punto: come evitare di dover torcere insieme i filati quando si cambia colore nel motivo a due o piรน colori? Scegliere motivi che non usano piรน di cinque maglie consecutive in un colore, cosรฌ i segmenti di filato portato sul dietro del lavoro saranno piรน corti, cosรฌ evitando che le dita vengono intrappolate tra i fili indossando il maglione . Dice che un vantaggio collaterale รจ un tessuto “doppio” e quindi piรน caldo.
Terzo punto: come eliminare grafici complicati che ci costringono a cambiare filato troppo spesso? Alternare delle fasce di motivi alti lavorati su 8 o 9 giri con motivi meno alti lavorati su tre giri. Suggerisce di recitare delle “filastrocche” che inventi per ricordare l’ordine dei colori nei motivi. Per esempio: 3 maglie chiare, 3 scure, 3 chiare, SCURA; 3 maglie chiare, 3 scure, 3 chiare, SCURA oppure CHIARA 1, 2, 3, 4, 5 – scura, scura, chiara, scura, scura; CHIARA 1, 2, 3, 4, 5 – scura, scura, chiara, scura, scura,
Quarto punto: come evitare di dover costantemente lasciare un colore per riprendere l’altro? Qui ci spiega che ci sono due modi per lavorare a maglia: il cosiddetto metodo Inglese e quello Continentale. Ci ammonisce a imparare a lavorare in entrambi i modi, cosรฌ possiamo tenere in una mano un colore e nell’altro l’altro colore… senza dover lasciare e prendere i filati, ma solo “gettare” un colore con la destra o “pick” un colore con la sinistra.
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Se mi conoscete anche un po’ da quel che scrivo, sapete che sono molto curiosa! E quindi ho cercato questo maglione tra i modelli di EZ. Le mie fatiche non erano in vano!
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Tra gli Spun Out nella mia collezione EZ, ho trovato il #44, una ristampa del *Wool-Gathering #59, pubblicato nel 1998 per celebrare il 40ยฐ anniversario dellโattivitร di vendita per corrispondenza che poi รจ diventato Schoolhouse Press. ย Nella newsletter, Meg parla del maglione del 1958 e comโรจ tornato alla luce durante una visita l’anno primo. Vedendo quel vecchio maglione, si รจ ricordato di averne fatto uno per il figlio, Cully, nel 1989 e che era ora di fargli un altro.ย Detto, fatto! Nel 1998 illustra il Norwegian Pullover ร la Meg (una mia licenza poetica!).ย
Spero di non avervi tediato troppo, anzi – spero di aver stuzzicato la vostra curiositร e che andrete in cerca del filato perfetto nei colori perfetti per fare un Norwegian Sweater usando il metodo che piรน ti piace… perchรฉ la Grande Dame della maglia ti direbbe che non esiste un modo corretto or scorretto per lavorare a maglia!
“There is no right way to knit; there is no wrong way to knit. So if anybody kindly tells you that what you are doing is wrong, don’t take umbrage; they mean well. Smile submissively, and listen, keeping your disagreement on an entirely mental level. They may be right, in this particular case, and even if not, they may drop off pieces of information which will come in very handy if you file them away carefully in your brain for future reference.” Elizabeth Zimmermann in Knitting without Tears, p. 52
Non cโรจ un modo corretto di lavorare a maglia; non cโรจ un modo scorretto di lavorare a maglia. Quindi se qualcuno ti dice โ gentilmente โ che lo stai facendo in modo sbagliato, non ti offendere; le loro intenzioni sono buone. Sorridi, con rassegnazione, e ascolta, tenendo per te il tuo disaccordo. Potrebbero avere ragione, in questo caso particolare, e anche se non fosse vero, potrebbero fornirti con dei trucchetti che ti torneranno utili, quindi archiviarli mentalmente per un uso futuro.โ.